Un riferimento di frequenza per il laboratorio ricavato da una
portante in Onde Medie, by Mario IK1SPF
Purtroppo in Ottobre 2022, i TX Onde Medie italiani sono stati
disattivati, di conseguenza o si sintonizza un TX ancora ricevibile
dall'estero con buon segnale, altrimenti questa pagina può servire
come curiosità.
Avverto che alcuni browser, memorizzano ciò che leggono la prima
volta, quindi per vedere possibili aggiornamenti utilizzare l'apposito
comando posto in genere a inizio pagina: "ricarica la pagina
corrente".
Questo progetto si è rivelato utile per il controllo dei clock presenti
in laboratorio, ma non illudetevi: non potrà mai sostituire un
Rubidio o un G.P.S. Bensì va inteso come riferimento secondario
per regolare vari clock, utilizzando la figura di Lissajous.
Per accedere alle varie sezioni del sito utilizzare il menu sottostante.
Menu
Un giorno nel laboratorio dove di solito gioco: apparve casualmente
sullo schermo di un oscilloscopio il segnale del TX OM locale a 1449
KHz, un 2 KW che si trovava a circa 4 Km, attratto dal movimento della
modulazione diedi un'occhiata aiutandomi con una antenna in ferrite
sintonizzata, ora il segnale molto forte mi consentì di collegare un
misuratore di modulazione collegato a sua volta a un analizzatore di
spettro di BF in autostore, notando l'assenza o quasi della modulazione
sotto i 100 Hz, incuriosito collegai un analizzatore di spettro RF in
autostore, che confermò: sotto i 100 Hz la modulazione era praticamente
assente, frequenze queste non trasmesse perché inutili ai fini
dell'informazione e costose dal punto di vista energetico.
Visto che avevo voglia di giocare, proseguii montando al volo un
preselettore amplificato da due mosfet, sintonizzato però su 900 KHz, il
TX di Siziano PV da 50 KW, visualizzando perfettamente il segnale,
ancorché debole all'interno del laboratorio, scelsi però questo TX in
ricordo del suo predecessore, il primo TX che ascoltai tramite una
Galena autocostruita da bambinetto, il segnale di questo TX a Milano
dove risiedevo era forte. Prima del riordino della canalizzazione della
banda OM, era 899 KHz, passando poi definitivamente a 900 KHz con una
potenza assorbita dallo stadio finale di 130 KW.
Faccio una deviazione dall'argomento che potete saltare:
anni addietro, grazie alla gentile disponibilità dell'ing Temporelli del
Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, allora responsabile
della collezione Telecomunicazioni dove si trova il TX in una grande
sala allora in allestimento, ho potuto girare al suo interno
raccogliendo una messe di curiosità, una fra tante? Lo stadio finale in
contro-fase era accoppiato all'antenna tramite un circuito risonante
parallelo dove l'induttore poteva avere un diametro di +/- un metro, per
due di lunghezza, avvolto con tubo di rame forse di un paio di pollici
ed un condensatore di accordo costituito da dischi imbutiti circa dello
stesso diametro per ragioni di stabilità, aventi circa la stessa
dimensione dell'induttore, accoppiato esternamente e al centro
dell'induttore era posto il secondario munito di prese di adattamento,
tra i due avvolgimenti era posto il canonico scaricatore di sicurezza,
infine l'energia RF era portata all'antenna da un (coassiale) composto
da cinque conduttori del Ø apparente di ¼ di pollice, di questi uno era
posto al centro e quattro disposti agli angoli di un quadrato in
funzione di schermo e ritorno RF.
L'alimentazione era fornita da una linea trifase a 15 KV munita di
filtri antidisturbo, sugli strumenti di controllo della potenza
d'ingresso dello stadio finale erano state fatte delle tacche limite,
uno indicava la tensione di 17,5 KV, occorre ricordare che una volta la
tensione e la frequenza di rete erano instabili ed era necessario
tenerle d'occhio, mentre altri due strumenti indicavano la corrente dei
catodi delle finali, con tacca a 4,2 A, valori adatti a delle vetuste
898A, dotate intelligentemente di tre filamenti alimentabili in modo
trifase, rendendo più uniforme l'emissione, riducendo inoltre il ronzio
impresso sulla portante, le finali poi erano incamiciate e raffreddate
ad acqua, i tubi di questa tipologia dovevano essere montati con lo
zoccolo in alto per avere i filamenti pendenti e liberi di allungarsi
mantenendosi centrati rispetto alla griglia, facevano poi bella mostra
di sé sei boccioni a vapori di mercurio anche loro muniti di filtro
antidisturbo, nonché condensatori di filtro alti quasi due metri ecc...,
questo TX era entrato in servizio negli anni 30, forse 1932 e sostituito
in seguito forse da un Marconi più moderno.
Fine della deviazione, si rientra in argomento.
Dunque: banda audio visualizzata, continuai misurando la frequenza della
portante che ovviamente era 900 KHz, non contento decisi di liberarmi
delle bande laterali montando un nullafacente quarzo da 900 KHz in
funzione di filtro, regolandone la curva di risposta simmetricamente
attorno alla portante, lasciandola +/- pulita per la misura, che risultò
essere di un bel 900000,0 +/-1 digit stabile, interessante vero?
Dovevo approfondire, forse poteva essere la soluzione per il laboratorio
dove non mi è possibile ricevere il GPS e dove sono costretto ogni tanto
a ricorrere ad un amico fortunato possessore di un frequenzimetro con
base tempi al Rubidio ciclicamente calibrato per necessità di QRL, con
cui ci scambiavo la soluzione di un qualche problema.
Progetti di questo tipo dalle alterne fortune se ne 'erano già visti nel
passato, bene: avevo trovato qualcosa da fare, liberai il banco, mi
procurai il necessario e in tre orette ispirate misi assieme
l'accrocchio funzionante che vedete nella foto a SX qui sotto, dove si
nota il RX 900 KHz con il quarzo, lo strumento dell'intensità del
segnale ricevuto, al centro su C.S. il divisore programmabile settato
per 900 KHz tramite i piedini 1 e 8 del gruppo da 100 KHz, mentre poco
sopra si trova un più semplice divisore fisso per 9, a DX si trova
l'oscillatore a 10 MHz con la restante parte del sintetizzatore, al
momento agganciato come segnalato dal LED forse poco visibile a DX in
alto.
Nella foto di DX si vede un frequenzimetro modificato nel comando input
front/rear per commutare il clock interno a 10 MHz, con quello esterno
proveniente da questo circuito, la frequenza visualizzata si riferisce
ad un test condotto in seguito, dove il segnale proveniente da un
sintetizzatore quarzato indipendente da 100 MHz agganciato al rubidio
dell'amico di cui sopra, l'indicazione però data l'insufficiente
disponibilità di cifre, ha un overflow di 10, con la cifra di DX che
indica 0,1 Hz +/- 1 digit, giudicandola al momento sufficiente per i
miei scopi, si voleva provare con un sintetizzatore da 1 GHz, ma era
venuta l'ora del prosecco, così ce ne andammo. Alla faccia della
giornata uggiosa!
Esperimento quasi ultimato
Precisione della frequenza
Il PLL a frequenza fissa pur realizzato, al momento non visibile e il
PLL programmabile, danno risultati sovrapponibili, l'unica differenza
sta nel tempo di stabilizzazione della frequenza generata dal quarzo da
10 MHz e nella banda di rumore contenuta, consiglio di utilizzare il PLL
a frequenza fissa per un aggancio veloce, visto il riferimento a 100
KHz, pur ricevendo un buon segnale a 900 KHz, si avrà maggiore
sensibilità alle interferenze, diversamente il PLL programmabile con
riferimento di 1 KHz risulta meno sensibile ai disturbi impulsivi, ma
raggiunge l'aggancio in un minuto abbondante dall'accensione.
Ora proseguirò con la descrizione del PLL programmabile e dei passaggi
fatti per validare la precisione della frequenza generata, ricordando
che la scelta dei componenti è dovuta solo alla loro disponibilità,
altrimenti con il passare del tempo sarebbero finiti miseramente nel
cestino senza aver mai vissuto, mentre a tutt'oggi continuano
imperterriti a fare il loro lavoro.
Il RX previa taratura del preselettore, copre in step da 1 KHz l'intera
gamma delle OM, così da permettere la ricezione anche di altri TX,
eseguendo prove in questo senso, controllai anche la frequenza del TX
locale a 1449 KHz, misurando però una frequenza inutilizzabile per il
mio scopo di 1448,9957.. KHz, deluso, decisi di controllare la
precisione del 900 KHz di Siziano, per questo controllo, ma forse, più
per gioco il tempo non mi manca, sostituii il RX a 1449 KHz, con un RX
per la DCF77 autocostruito, funzionante, ma non ancora perfezionato e
non ancora assemblato che probabilmente farà la fine di quasi tutti i
miei progetti legati all'hobby, i quali proseguono spediti fino alla
verifica di prestazioni e funzionalità, finendo poi in una scatola dove
li dimentico.
Questo RX per la DCF77, è stato divertente da progettare per le
soluzioni imposte dalla presenza fissa di un segnale più forte di 20/40
dB posto 625 Hz più alto della frequenza di 77,500 KHz, inoltre ha dato
filo da torcere la portante modulata di fase a banda stretta per dati e
modulata d'ampiezza con riduzione della potenza al 25% per la codifica
dell'ora, complicando infine e non poco lo schema, per chiarire
quest'ultimo problema, si deve pensare che il RX deve fornire un segnale
pulito e stabile di livello nonostante la modulazione on/off anche
quando la portante si trova alla minima potenza.
In questo caso non avevo quarzi adatti a filtrare direttamente la
portante, farli fare? neanche a parlarne, ne occorrevano almeno due o
tre per un filtro minimale, meglio quattro, ma uno solo di questi quarzi
ben realizzato costava allora attorno alle 130K lirette, costo non
giustificato per i miei scopi, ho quindi realizzato il front end del RX
in doppia conversione con unico OL da 1 MHz facendo transitare il
segnale attraverso un filtro autocostruito a 1077,5 KHz con 40 Hz di
banda, restituendo all'uscita un segnale pulito sempre 77500 Hz, ricordo
ai meno informati che questa soluzione impiegata già nel passato è a
correzione intrinseca della deriva dell'OL la quale potrebbe anche
essere libero, ma per questo impiego, data la ristretta banda passante
del filtro, deve per forza essere quarzato e termostatato, 40 Hz sono
pochini per stare tranquilli, da quì in avanti giocando con segnali
ricavati dalla portante, conversioni e un paio di divisori
programmabili, il segnale diviene pronto per la parte digitale, questo
RX a causa del gioco delle frequenze impiegate per renderlo affidabile è
risultato un po' complesso, può essere che un giorno metta la sua
descrizione sul sito, ma questa è un'altra storia.
Dunque si procede: prelevai dal RX per DCF77 e dal RX 900 KHz due
segnali da 1 MHz, collegati agli ingressi di un preciso misuratore di
fase analogico autocostruito munito di filtri con cui potevo
visualizzare anche il rumore a varie bande e un Kronhe-Hite digitale per
la misura media della differenza di fase, inoltre un oscilloscopio
settato per la figura di Lissajous, mi informava in modo più diretto
della instabilità a breve termine, ebbene: questo set-up confermò infine
con le indicazioni noiosamente ferme la precisione del segnale a 900
KHz.
In seguito ebbi conferma dei risultati ottenuti, da IZ1ICI Gianfranco
Albis, noto ing. direttore tecnico di RK il quale gentilmente dietro mia
richiesta reperì informazioni presso suoi amici, secondo le quali sembra
che nei TX locali siano montati dei normali oscillatori termostatati,
mentre i principali: pochi, adottano o un Rubidio o forse visti i costi
un GPSDO.
Venendo alla mia location: nonostante l'elevata potenza del TX, a causa
del palazzo soprastante il segnale rimane scarso all'interno del
laboratorio, il suo livello è tale che pur cercando il migliore
orientamento con una radio munita di antenna interna, il segnale
ricevuto rimane affetto da un fastidioso rumore.
Ho quindi preparato un più efficiente loop, che pur orientato per il
massimo segnale, erogava ai morsetti dell'antenna un segnale a 900 KHz
di circa 3 uV, pochi per una radio normale, ma sufficienti per il mio
scopo, a condizione che: PC, PSU a commutazione, monitor ed altri
accrocchi digitali, non immettano disturbi nell'ambiente dove si trova
l'antenna che nel mio caso è interna, come anche un temporale nelle
vicinanze può fare danni che NB analogici o DSP che siano possono
risolvere, perciò ho mantenuto montato il quarzo a 900 KHz per il grande
beneficio della stabilità del segnale a 10 MHz generato.
Altro problema: questo fisso e irrisolvibile è la variazione
dell'altezza della ionosfera che all'imbrunire e immagino anche
all'alba, ma io non l'ho mai verificato, genera con il suo movimento un
battimento instabile con il segnale diretto attorno a 1 Hz, di intensità
tale da impedire il corretto funzionamento del sistema, poi raggiunta
un'altezza sufficiente, ci si mette la propagazione con altri battimenti
aggiuntivi, detto ciò, basandomi sulle mie condizioni, ritengo il suo
funzionamento valido di giorno per quasi tutto il Nord Italia, ma questa
è una mia supposizione da validare per cui non contateci più di tanto,
si prosegue:
Nella realizzazione del RX, al fine di scongiurare instabilità legate al
guadagno elevato, che nel mio caso, supera abbondantemente i 100 dB,
consiglio di rispettare il montaggio delle quattro bobine con i piedini
collegati come nella pianta dello schema, cioè tenendo il nucleo verso
di sé secondo la seguente tabella: Pin A= +, Pin B= Drain, Pin C= Gnd,
Pin D= libero, Pin E= Gate1/quarzo/uscita.
Queste bobine si presentano come medie frequenze con base 10x10 mm,
hanno il nucleo rosso che le indica come oscillatori locali per OM, sono
montate con il loro condensatore di accordo e si trovano nei mercatini.
Collegate come indicato, non ho mai notato instabilità o tendenza ad
autooscillazioni per qualsiasi posizione dei loro nuclei, i quali si
regoleranno sia per il massimo segnale sia per la migliore stabilità
della tensione AGC in rapporto alla modulazione, in altre parole: la
taratura deve risultare simmetrica rispetto alla portante stessa,
condizione che per il quarzo si ottiene con una regolazione ridondante
tra L3 e il compensatore annesso.
Chi può ricevere un segnale intenso, può impiegare una semplice antenna
in ferrite, chi viceversa ha disponibile un segnale scarso può impiegare
un'antenna a quadro sintonizzata ma dal Q moderato, altrimenti è
possibile che la sua banda passante risulti dannosamente stretta o
asimmetrica inadatta a contenere le bande laterali della modulazione in
modo simmetrico, condizione puntualmente segnalata dallo strumento, il
cui ago a taratura corretta avrà solo un leggerissimo tremito, anche
un'eventuale instabilità meccanica può infastidire, richiedendo
frequenti ritocchi della sintonia dell'antenna, per cui consiglio di
farla aperiodica, così che possa essere impiegata in tutta la gamma e
con la selettività generale dipendente solo dai circuiti risonanti del
RX, fate voi.
La mia antenna interna è costituita da sei spire di cavo coassiale 75
Ohm, su diametro di 60 cm, con lo schermo interrotto al centro
dell'avvolgimento, ma collegato alla calza del cavo di discesa di tipo
bilanciato lungo un paio di metri, realizzata da due cavetti schermati
del tipo fine per impianti TV, ma vanno bene anche del RG58/59.
Qualunque soluzione adottiate, dopo aver trovato con l'orientamento
dell'antenna il massimo segnale, prestate attenzione nel posizionare
l'apparecchio, perché se non adeguatamente schermato, in ragione
dell'alto guadagno totale, trovandosi entro un lobo di ricezione
dell'antenna, potrebbe rendere instabile la fase del segnale ricevuto o
dar luogo ad autooscillazioni.
La mia antenna interna, vicino ad un PC per prova
Figura di Lissajous distorta, giusto per notare il basso rumore
Figura 1: schema della parte radio.
La parte radio come si vede è risolta da un RX TRF munito di AGC,
impiegante due BF966S, (OK: sprecati, ma disponibili), dove tra le due
ultime bobine con beneficio sostanziale della ricezione, è inserito un
quarzo in funzione di filtro sulla frequenza ricevuta, infine un CA3089
provvede efficacemente alla funzione di limitatore, dopodiché attraverso
un 2N2222 separatore, il segnale giunge in uscita.
Proseguendo verso la parte digitale: il segnale nel mio caso a 900 KHz,
fornito tramite un corto cavetto coassiale, è connesso al Pin 14 di un
primo PLL HEF4046 con funzione di filtro, il quale reca sul Pin 11 un
trimmer da 5 KOhm per la centratura del VCO interno, confermata da una
tensione di 5 V presente sul Pin 9 da misurare con Voltmetro ad alta
impedenza, il segnale così ottenuto, prelevato dai pin 3 e 4, passa ad
un divisore programmabile che avevo già disponibile montato e
configurato per passi di 1 KHz composto da quattro HEF4510 e un HEF4002,
gli stretti impulsi di uscita con cadenza da 1 mS, arrivano ad un altro
HEF4046 in funzione di comparatore di fase che fornirà dal suo pin 13 la
tensione di controllo per i varicap, a questo comparatore, arriva anche
la frequenza di 10 MHz del quarzo previa divisione per 10000 (1 KHz)
operata da due HEF4518, per finire la frequenza generata dal quarzo da
10 MHz, arriva in uscita tramite Q1 e alcune porte di un HEF4011.
Figura 2: schema della parte digitale.
Ricordo al principiante: che i fronti di commutazione dei c.i. digitali
possono disperdere nell'ambiente segnali, ciò è indesiderabile dove si
fanno misure o s'impiegano ricevitori, per cui è necessario effettuare
il montaggio in contenitore schermato, munito di condensatori passanti,
BNC e quant'altro possa servire a ridurre le interferenze generate.
Al fine di utilizzare varie soluzioni circuitali, consiglio di
realizzare il c.s. diviso in due parti, dove in una sarà montata la
parte radio e nell'altra la parte digitale, così da poterla sostituire
con altre dalle funzionalità diverse, in seguito se necessario
aggiornerò la pagina.
Forse questo articolo vi ha interessato o annoiato, io mi ci sono
divertito e per quel che mi riguarda: anche questa è Radio.
Se volete contattarmi per brevi informazioni tramite mail, fatelo presso
info@marelelettronica.it
Mario IK1SPF